Perché penso che Sense8 sia una delle migliori serie TV del momento – Recensione SPECIALE;

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Ed eccomi qui. Ho voluto riflettere bene prima di scrivere questa mega recensione. Soprattutto perché sono abituato a commentare un episodio a settimana. Commentare un’intera stagione è un compito arduo, commentarne persino due è un lavoraccio. Alla fine però, mi sono deciso. Mi sono deciso a darvi una mia opinione GENERALE su questa serie fantastica che oramai mi ha rapito cuore e anima in una maniera impressionante. Se la stagione 1 è stata bellissima, la stagione 2 mi ha dato la certezza che questa serie è un piccolo capolavoro. Dopo aver finito di vedere l’ultima stagione rilasciata, avevo mille pensieri in testa. Tantissimi pensieri, sensazioni, parole da buttare giù in qualche modo. E quale modo migliore se non scrivendo uno speciale articolo sulla serie, facendo leggere a tutti voi cosa penso degli amatissimi sensate?

Partiamo dal principio. La serie è uscita nel lontano 2015 ed è stata ideata dalla SORELLE  Lana e Lily Wachowski. Ho voluto scrivere in modo ben evidente il termine ‘Sorelle’, perché nelle ultime settimane ho letto tanti di quegli articoli e recensioni sulla serie, da parte di gente che provava a dimostrarsi tanto aperta mentalmente e culturalmente, per poi uscirsene con frasi del tipo “I fratelli (ora sorelle) Wachowski hanno creato Sense8”. Una frase squallida, degradante, e che fa capire quanto chi ha scritto tali titoli non abbia afferrato appieno l’essenza di questa splendida serie. Che non abbia afferrato che l’essere DONNA o UOMO non è una condizione legata alla ‘medicina’, o al “se ti operi o meno”; ma è un qualcosa di radicato e profondo nell’animo di una persona. Per questo sono le SORELLE Wachowski, e non i FRATELLI. Mettetevelo bene in testa quando tentate di fingervi aperti mentalmente.

(Ogni riferimento alla pagina Vanity Fair Italy è PURAMENTE voluto).

Tornando più calmi ed eliminando la mia vena polemica, la serie è stata ideata dalle sorelle Wachowsky, e già dai primi minuti del pilot possiamo subito capire quanto sarebbe stata ‘intrippante’ come serie. Parliamoci chiaro: in MOLTISSIMI si sono ritrovati confusi e disorientati alla fine della #1×01, è vero. E’ un pilot confusionario, che dice tutto e niente, che tende soprattutto a presentarti gli otto protagonisti più che a raccontarti il tema centrale della serie, o almeno credi così. Già, perché andando avanti, nonostante la storia di contorno con i cattivi che cercano i sensate e tutto il resto, il vero PUNTO FOCALE, il vero TEMA CENTRALE di questa serie, ti rendi conto che è uno solo. Una sola, unica e meravigliosa storia alla base: i rapporti tra gli esseri umani. Al giorno d’oggi viviamo in un mondo in cui la comunicazione tra persone è sempre più limitata ai telefoni, ai social network. Non c’è più quella fantastica comunicazione tra due persone che si guardano occhi negli occhi. Quelle persone che legano tra di loro con un filo invisibile che li rende un tutt’uno. Oramai siamo un tutt’uno con la tecnologia. Sense8 invece mostra quanto sia ancora importante la comunicazione e il contatto con altra gente. E la forza della serie sta proprio nel legame pazzesco che gli otto protagonisti hanno creato tra di loro.

Quando questi otto personaggi si sono ritrovati misteriosamente connessi tra di loro, NESSUNO aveva imposto loro di diventare amici. NESSUNO aveva imposto loro di aiutare l’altro. Eppure cosa è successo sin dal primo momento? Non si sono voluti ignorare a vicenda. Ci hanno provato, ma hanno fallito. Perché quando ti senti connessa ad una persona, non c’è scusa che tenga. Viene trascinato come in un fiume in piena da quella connessione, da quella sensazione che ti porta con il corpo e con l’anima ad intrecciare la tua vita con quella di un’altro individuo. Ed è questo quello che hanno fatto gli otto protagonisti. Otto protagonisti che hanno avuto come carta vincente, non solo la loro unione, ma anche l’aver portato tante di quelle realtà che ESISTONO nel nostro mondo e nella nostra società, che non possono non farti riflettere. Infatti, penso che se tu, telespettatore che ti accingi a vedere Sense8 per la prima volta, hai un tantino la mentalità chiusa, o non riesci ad abbattere i pregiudizi che hai nei confronti di altre persone, se non riesci ad avere un’apertura mentale a 360° (come tutti dovremmo avere), non potresti MAI capire la vera magnificenza di questa serie. Una serie che, come dicevo, presenta otto personaggi, ed ognuno di loro con una storia pazzesca alle spalle. Quelle storie con la quale probabilmente ci scontriamo ogni giorno senza rendercene mai conto. E la cosa pazzesca è che riesci a rispecchiarti in qualcuno di loro. Ognuno di questi sensate ha qualcosa. Quel qualcosa che ti porta a dire “Io sono uguale a lui” o “Io sono uguale a lei”.

Parliamo in primis di Lito e Sun. I personaggi nella quale più mi rispecchio. Due personaggi che in più occasioni (soprattutto Sun) mi hanno strappato (metaforicamente parlando) il cuore dal petto. Lito è quel personaggio che rispecchia un pò tanti ragazzi omosessuali che ancora oggi hanno paura a fare coming out. Che hanno paura anche di sorridere a quel dolce e bellissimo ragazzo che ti sorride magari dal vetro di un bar, forse perché lo incuriosisci, forse perché gli piaci, ma non ricambi quel sorriso perché hai paura. Paura di chi hai intorno. Paura di cosa penserà la gente se ricambi quel sorriso. E se poi dovessi ricambiare un possibile bacio, o una possibile camminata mano nella mano. Ciò che fa da contorno è la paura. Ed è ciò che ha caratterizzato la vita del personaggio di Lito sin da subito. Lito non è MAI riuscito ad uscire allo scoperto, e mi sono rivisto tanto in lui. Nelle sue “menzogne a fin di bene”, nelle sue paranoie, nel suo essere melodrammatico in maniera spropositata e divertente. In ogni cosa che faceva o diceva Lito, rivedevo il me di anni fa. Un ragazzo impaurito che fingeva di essere quello che non era per non perdere la stima della gente, per paura di rimanere solo, per paura di essere rifiutato. Nella stagione 2 Lito mi ha sbattuto in faccia una crescita incredibile. La stessa crescita che ho fatto io. La stessa crescita che mi ha confermato quanto io e Lito siamo estremamente simili. Vogliamo parlare delle scene durante il Gay Pride di San Paolo? Avete visto con quanta felicità Lito è riuscito a togliersi quel peso dal petto? Quel peso che era L’AMORE CHE PROVAVA PER IL SUO HERNANDO e che era stato costretto a tenere nascosto perché per la società, ciò che lui era, quello che lui faceva a letto, era più importante di tutto. Per la gente non importava se Lito fosse bravo o non bravo nei suoi film. Dopo il suo outing, alla gente importava solamente sapere della sua vita privata. E non c’è cosa più squallida che tentare di mettere alla mercé di tutti, la vita privata di qualcuno. Lito però ne è uscito vincente. In quel Gay Pride mi sono rivisto anch’io. Mi ci sono rivisto anche io perchè nel lontano 2012 partecipai al mio primo Gay Pride. Con un pò di paura, come quella che sentiva Lito prima di partecipare al Pride, e con un pò di timor, riuscii’ comunque ad uscire allo scoperto e a partecipare a quella festa che ti ordina di portare con te solo poche cose, ma essenziali per vivere bene: amore, felicità, sorrisi e allegria.

E apro una piccola parentesi per RINGRAZIARE quello che Sense8 ha mostrato grazie al Gay Pride di San Paolo. Sense8 è riuscito a mostrare la VERA essenza dei Pride, che molti, per partito preso, o per ignoranza, etichettano come “una carnevalata inutile”. No, miei cari. Il Gay Pride è VITA. Il pride ti trascina per strada e ti ordina di urlare al mondo la tua libertà di amare. E non c’è cosa più bella della libertà. Ti ordina di divertiti. Ti ordina di urlare, di cantare. Ti ordina di urlare al mondo una sola cosa: NOI NON MOLLIAMO MAI. Già, perché di fronte ad un mondo ancora parecchio ‘cattivo’ nei confronti della comunità omosessuale, servono OGGI PIU’ CHE MAI eventi del genere. Eventi che fanno capire a quelle persone senza scrupoli, a quelle persone che non sanno cos’è l’amore, che noi esistiamo ed esisteremo SEMPRE. Il pride serve per ricordare le vittime di Orlando che non ci sono più, serve a ricordare le vittime in Cecenia, serve a ricordare il bambino che si tolse la vita perché voleva portare i pantaloni rosa a scuola, o i tanti ragazzini che si sono tolti la vita a causa del bullismo omofobo e che hanno messo fine ad una vita che poteva essere fantastica, serve per non far sentire solo quel bambino che vorrà andare con lo smalto a scuola senza dover essere preso in giro, e serve a quella bambina che vorrà vestirsi da maschietto senza la paura di essere presa di mira. Il pride serve per dire che potranno tentare di abbattere in tutti i modi l’arcobaleno che abbiamo creato in tutto il mondo, ma che MAI riusciranno a distruggerlo. Il pride serve non solo alla comunità LGBT. Il pride serve per urlare la LIBERTA‘ di tutti di fare della propria vita ciò che si vuole. Il pride serve per marciare con orgoglio dicendo “io sono me stesso” senza vergognarsene. Il pride è VITA.

Di Sun invece cosa posso dire? Una donna FANTASTICA, danneggiata nell’animo, ferita, delusa, ma con un cuore grande che riuscirebbe a fare impallidire anche Gandhi in persona. Non ho mai visto in una serie tv un personaggio così complesso e al tempo stesso meraviglioso, come quello di Sun. In Sun mi ci sono rivisto perché è stata un personaggio che ha perennemente oscillato tra il bene e il male. Tra la luce e l’oscurità. La sete di vendetta per ciò che suo fratello le aveva fatto, e la voglia di non distruggere il suo bellissimo animo, uccidendo suo fratello. E alla fine, Sun ha scelto la LUCE. Nonostante non sia riuscita ancora ad avere il suo riscatto, lei però ha già vinto nella vita. Anche se è ancora ricercata, se è da sola contro tutti in una città che vede ancora la donna come l’anello debole della società, Sun HA VINTO. Ha vinto quando non ha infilzato quel figlio di buona donna di suo fratello. Ha vinto perché in quel momento non ha deciso di salvare suo fratello. Ha deciso di salvare la sua anima. Sun ha salvato se stessa dal perdere la sua purezza che l’ha sempre contraddistinta nonostante gli spaventosi muri che si è sempre eretta di fronte per non far trasparire le sue emozioni, le sue paure, le sue lacrime. Sin dalla’inizio ha sempre tentato di reprimere ogni sua emozione. Perché non voleva mostrarsi debole. Eppure quando cedeva ti mostrava un essere umano ultraterreno e fantastico. In questo mi sono rivisto in lei. Per questo ho amato Sun con tutto me stesso.

Ma oltre a questi due personaggi, penso sia IMPOSSIBILE dire di non apprezzare anche gli altri. Una specialità di questa serie, o forse una delle tante carte vincenti, è stato il riuscire a farti entrare in empatia con OGNUNO DI LORO. Ognuno degli otto personaggi è riuscito a prendere un piccolo posto nel tuo cuore. Con una frase, con un gesto, con qualsiasi cosa, ma non riusciresti MAI a tenere nel tuo cuore una parte dei sensate e tenerne fuori un’altra parte. E’ assurdo anche solo pensarlo.

Come si può tenere fuori una Nomi? Una Nomi che ha mostrato un “mondo” che ancora in molti tendono a non accettare facilmente: la transessualità. Un “mondo” che esiste, e che non si limita ad un semplice “un uomo vuole vestirsi da donna” o “una donna vuole vestirsi da uomo”, no. E’ qualcosa di più viscerale, di più sofferto. Qualcosa che riguarda l’animo della persona e non il suo essere. Nomi è stata la carta vincente per provare a far aprire gli occhi alle persone. Prendete la sua relazione con Amanita, sapete quanti commenti ho letto del tipo: “Ma se è voluta diventare donna, allora perché sta comunque con una donna e non con un uomo?”. Frasi così sono agghiaccianti, e ti fanno ben capire quanto ancora in molti non riescano a capire quanto complessa sia la transessualità. La transessualità è qualcosa che va ALDILA‘ dei gusti sessuali. Nomi, anche quando era Michael, ha sempre PROVATO ATTRAZIONE PER LE DONNE. A Michael piacevano le donne. Ma era l’animo di Michael che era diverso. Michael si sentiva una donna, Nomi. Nomi ha sempre vissuto dentro Michael in attesa di uscire allo scoperto, e non c’entravano un fico secco i gusti sessuali. Quelli sono la cosa meno rilevante in una persona che si sente intrappolata in un corpo sbagliato. Nomi era intrappolata in un corpo maschile, ma il suo ANIMO era quello di una donna. Nomi desiderava nascere per poter portare i suoi splendidi capelli biondi. Per poter portare i suoi splendidi orecchini e i suoi magnifici vestiti, e sfoggiarli in tutta la sua femminilità. E quando Nomi è nata, i gusti sessuali sono rimasti gli stessi. Ed è per questo che ringrazio Nomi, perché è riuscita a far passare quel meraviglioso messaggio sulla comunità transessuale. Transessuale non vuol dire ‘travestito’. Transessuale vuol dire sentirsi diversi dentro. Sentirsi in trappola in un corpo che non ci appartiene dalla nascita, e penso che non ci sia cosa più brutta e distruttiva di questa.

E parlando proprio di Nomi e Amanita? Sono estremamente convinto che nel mondo telefilmico non esista nessuna coppia così completa e così bella come quella formata da Nomi e Amanita di Sense8. Penso che quelle due ragazze abbiano dato vita a quel genere di Amore che tutti noi dovremmo avere nella vita. Quello che mi ha sconvolto è il modo in cui Amanita ha subito creduto a Nomi quando le ha parlato dei sensate. Non ha avuto il minimo dubbio. Non ha minimamente pensato che Nomi fosse pazza. Il rapporto tra Nomi e Amanita rappresenta l’amore nella sua forma più totale e meravigliosa. Un amore che non ha conosciuto limiti sessuali. Limiti di ‘razza’. Limiti di identità. Solo puro e semplice amore. Forse la miglior storia d’amore che abbia mai visto in un telefilm.

E nonostante mi stia soffermando molto su determinati Sense8, tralasciandone altri, non significa che io non ami Wolfgang alla follia. O che non mi emozioni ogni volta che Riley sorride a Will. O quando Kala si lascia andare a quello che prova per Wolfie. O ancora quando Capheus lotta per la sua gente. Per esempio: la scena del discorso di Capheus alla sua gente, durante il giorno delle elezioni, penso sia stata una delle scene più belle, e che soprattutto ti disarma di ogni cosa, da ogni difesa. Un discorso che ti fa capire appieno l’essenza dello show e il motivo per il quale è divenuto un successo.

“Non succederà mai niente di buono se diamo più importanza alle nostre differenze anziché alle cose che ci accomunano.”

Questa frase detta da Capheus penso rispecchi esattamente il mondo di oggi. Un mondo troppo impegnato a farsi la guerra a causa di differenze sociali, differenze nel colore della pelle, differenze nei gusti sessuali. Tanto impegnati a farci la guerra senza vedere una cosa importante. La più basilare. La più semplice: siamo tutti essere umani. Nessuno è migliore. Nessuno è peggiore. Siamo tutti accomunati da un cuore. Da un’anima. Da un volto. Da un sorriso. Da una mano. E quelle mani dovremmo riuscire a tenderle verso il prossimo, non a scacciarlo per una “diversità”. Ed è questo che ha voluto insegnare Sense8. Per questo è riuscito ad arrivare al cuore dei telespettatori. Telespettatori che dopo aver visto un episodio di Sense8 tornano alla loro vita. E magari tanti di loro sono i vari Capheus di turno, dove sono costretti a fare sacrifici e a combattere per il proprio popolo. O le varie Nomi, che lottano in un mondo in cui ancora si ignora la transessualità, e lottano per far venire a galla il loro vero essere. O i vari Lito, che vivono con la paura di amare una persona dello stesso sesso, ma tentano di farsi coraggio e vivere la loro vita con la consapevolezza di essere semplicemente se stessi. O i vari Wolfgang, che tentano di tenere a bada la loro violenza, generata da un passato e da un’infanzia turbolenta, e che, se tenuta a bada, quella violenza fa spazio una persona sublime. O le varie Sun, che cercano di emergere e combattere, in un mondo in cui l’uomo deve prevalere sulla donna in ogni campo. In cui non esiste che una donna sia più brava di un uomo, soprattutto in campo lavorativo. O ancora le varie Kala, che cercano di uscire dagli odiosissimi schemi che la società impone alla donna. Degli schermi che la vedono per forza sposata, a casa a badare ai figli, senza possibilità di diventare qualcuno, di lavorare, di creare. Kala rappresenta l’indipendenza delle donne. Di tutte le donne. Di quelle donne che non per forza vogliono essere vincolate ad un uomo perché “la società ha detto così”. Quelle donne che non hanno bisogno di un uomo per completare la loro vita, o per forza di un figlio. E nessuno può dire loro che è sbagliato non volersi sposare o non voler diventare mamme. Per queste donne magari la felicità è diventare scienziate, artiste, ballerine, attrici, scrittrici, ma perché no, anche mamme, ma SOLO se lo vorranno. Dovranno volerlo loro, non la società. E quindi Kala ci mostra ciò. O ancora i vari Will che cercano di farsi strada in un mondo tanto cattivo quando tu sei d’animo buono. Di quel buono che ti lascia paralizzato perché non puoi credere che esistano ancora persone così buone, così altruiste, e così forti. O le varie Riley, un pò emarginate, un pò sole, e che cercano il loro posto nel mondo in quanto hanno smarrito la strada a causa di terribili tragedie che cambiano nel profondo.

Ecco perché la gente ha amato questo show. Perché tutti noi nella vita quotidina siamo un pò Kala, un pò Nomi, Sun, Lito, Wolfie, Will, Riley. Tutti noi, dopo aver staccato con i telefilm, viviamo la nostra vita e combattiamo ogni giorno per qualcosa. E questa serie tv ti da la forza di combattere il triplo. Ti da la forza di non mollare anche quando tutto sembra perduto. Quando finisci di vedere Sense8 ti sentirai anche tu uno di loro. Penserai di essere connesso a questi otto fantastici personaggi che le Wachowski hanno creato.

Poi sì, c’è la trama che fa da sfondo alle varie vicende. Con un Whispers davvero malvagio, e un’intricatissima trama che ancora oggi stento a capire al 100%. Diciamo al 70%. Una trama che rafforza ancora di più la potenza della serie, che diciamocelo, sta tutta nelle storie di OGNI SINGOLO SENSATE.

Quindi, non smettete MAI di lottare per voi stessi, per la vostra libertà. Non abbiate paura di essere voi stessi. Non abbiate paura di amare chi volete amare. Non abbiate paura di mostrare il vostro vero essere. Non abbiate paura di mostrare le vostre fragilità. Perché sono queste le cose belle della vita.

E ovviamente NON SMETTETE MAI di vedere Sense8.  (Che vi ricordo, giusto per smorzare l’entusiasmo e l’emozione, tornerà tra due anni, quando io sarò già sposato, con figli e con nipoti). Se siete arrivati alla fine di questa recensione, posso solo dirvi GRAZIE. Grazie per aver letto ogni singola parola. Grazie se la condividerete sui vostri profili. Semplicemente, GRAZIE.

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